Una dieta a più elevato contenuto di grassi monoinsaturi può avere un effetto favorevole sulla glicemia
Fa bene, è sano, è uno degli ingredienti base della dieta mediterranea e fa bene alla salute: è l'olio extravergine di oliva che, non a caso, nell'Antica Grecia era definito come alimento-medicamento.
Tra i tanti benefici che l'olio extravergine di oliva possiede, infatti, c'è la sua funzione di alleato contro le complicazioni del diabete, perché tiene a bada i picchi di glicemia (concentrazione di zucchero nel sangue e nelle urine) che possono verificarsi dopo i pasti, soprattutto quelli che contengono molti carboidrati.
Sono Stati pubblicati su Diabetes Care, la più importante rivista scientifica americana sul diabete, i risultati di uno studio sugli effetti dell'olio extravergine di oliva sulla glicemia, realizzata dai ricercatori dell'Azienda Ospedaliera Universitaria Federico II di Napoli. La sperimentazione ha dimostrato che condire le pietanze con olio extravergine d'oliva riduce sensibilmente il picco glicemico dopo il pasto.
L'aumento della glicemia dopo i pasti è un problema di tutti i giorni per le persone con diabete mellito. Ancora di più per i pazienti con diabete tipo 1 che non producono insulina e devono, pertanto, iniettarsela sottocute prima di mangiare per cercare di mantenere sotto controllo la glicemia.
Tuttavia, nonostante la terapia insulinica, se nel pasto ci sono troppi carboidrati, la glicemia va facilmente fuori controllo. La ricerca diabetologica è da anni impegnata ad identificare i componenti della dieta che, senza dover rinunciare al pane o alla pasta, potrebbero aiutare a evitare quei picchi della glicemia che a lungo andare possono compromettere la circolazione del sangue nelle persone con diabete.
Per queste ragioni l’olio extra vergine di oliva, estremamente ricco di acidi grassi monoinsaturi, può avere effetti benefici per il trattamento dell’insulinoresistenza, generalmente associata ad obesità addominale.
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